lunedì 14 luglio 2008

USA. Riceviamo da Lino Manocchia, giornalista giuliese negli USA

Scott Dixon fa poker
e Chip Ganassi
batte cento

di Lino Manocchia


NASHVILLE, 14 Luglio ’08 - «I miei piloti sono adusi alle vittorie,» dice Chip Ganassi, al termine della 200 miglia di Nashville (Tennesse) vinta per la terza volta consecu-tiva dall’australiano Scott Dixon (foto) che fa poker di stagione e la 13ª di campionato IRL.
Sorridente come un bambino che gusta una cioccolata, il paffuto figlio di emigrati da Reggio Emilia, conferma la nostra convinzione che il suo team abbia già posto l’ipoteca sul campionato Irl 2008.
I “quadri” per l’anno prossimo sono già varati? Vi saranno dei cambi?
«Quando hai in mano l’oro, non vai a cercare l’argento. Sono soddisfatto dell’annata e attendo soltanto il non improbabile ritorno all’ovile dell’italo scozzese Dario Franchitti che ha trascorso un po’ di tempo nelle stock car senza grandi vittorie.»
Ma Ganassi, che abbracciò la serie nel 1999, ora è al settimo cielo e si accinge a festeggiare la sua centesima vittoria automobilistica.
«Queste “cose” ti danno soddisfazione e ti spronano a doppiare. E’ un passo difficile, ma non impossibile se si “guidano” piloti come Dixon e Dan Wheldon che, incidentalmente, è arrivato sulla scia del compagno di squadra. Di colore della gara c’è poco da dire. Preceduta da uno dei forti uragani cari al Mid West, che ha cancellato la gara della Irl minore del pomeriggio, i 200 giri in notturna sono stati subissati dalla preoccupazione: pioverà o no? Riusciremo a raggiungere metà della gara (che in tal caso vince chi è in testa - n.d.r).»
E per 62 passate le luci gialle hanno offerto un carosello luminoso reso più elettrizzante dal primo botto del giovane Marco Andretti che, in curva, perdeva la guida, svirgolava e schiacciava la Dallara contro il muro, “contattando” a sua volta, la bianco rossa di Ryan Briscoe del team Roger Penske.
Patetica la fine di Ryan Hunter Reay, il quale aveva promesso di dedicare la sua vittoria alla madre ricoverata in ospedale, affetta di cancro. Anche l’americano, però, provava il duro del muro e finiva 19mo. Molti degli incidenti registrati nel passato a Nashville sono stati causati dalla turbolenza generata e mancanza di spazio per i sorpassi tra due macchine oltre alla ristrettezza del minuscolo ovale.
Al via tutti i pronostici erano per il brasiliano Helio Castroneves, il quale, in qualifica aveva relegato la “bella” Danica Patrick al suo fianco, ma una serie di contrattempi alla conclusione della corsa, si ritrovava terzo con la Patrick quinta, dopo essersi svegliata dopo una pausa per luce gialla.
E per 61 passate sul minuscolo ovale si navigava sulle onde della mutevolezza della pioggia, mentre dal posto di osservazione, Chip Ganassi effettuava un’accesa “danza della pioggia” celebre tra gli Indiani. Intanto il gruppo in fila indiana consuma una ventina di giri sino a quando tutti, o quasi tutti, entrano al pit per un rabbocco, ad eccezione di Dixon e Wheldon che danno il
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ABRUZZOpress – N. 219 del 14 Luglio ’08 Pag 2

via alle supposizioni: ce la faranno sino alla fine, o rimarranno all’asciutto?.
Dopo una trentina di giri, l’acqua giungeva rapida e costringeva il direttore di gara a fermare la corsa ed assegnare la vittoria all’australiano Dixon, che riceveva una magnifica chitarra elettronica, specialità della città, culla della Country music. La medesima situazione si ebbe nel 2007 allorché alla 500 miglia di Indianapolis Dario Franchitti vinse con la pioggia, che ridusse le distanze.
Non poteva mancare l'occasione per parlare del “mercato” piloti 2009. Si apprende che quasi tutti i presenti hanno rinnovato i contratti. Unico “assente” Marco, delfino di casa Andretti, il cui padre Michael insiste nel tenerlo nella Irl, mentre il ragazzo sogna la Formula uno. Ma non in queste condizioni. Il ragazzo aveva sostenuto una gara "mattutina" a Lime Rock per una endurance, con scarso risultato. Salito su un elicottero, lo portavano a Nashville e si preparava per la gara monoposto.
Evidentemente la stanchezza, l’inesperienza di simili tour de force (come solo nonno Piedone Mario, poteva fare in gioventù) hanno giocato contro la buona volontà di Andretti Jr. Peccato!
LINO MANOCCHIA

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