giovedì 17 luglio 2008

Politica. Movimento Regionale “Città per Vivere”

Movimento Regionale “Città per Vivere”
Sede: Via Lombardia, 10 – Roseto degli Abruzzi (TE)
Roseto degli Abruzzi, 16.7.2008
DICHIARAZIONE “A FUTURA MEMORIA” DI PIO RAPAGNA'
Nei primi giorni di luglio, ed in particolare il giorno 11 luglio scorso, ho inviato a tutti gli organi di informazione ed a tanti altri soggetti politici, esponenti ed Associazioni della società civile abruzzese e nazionale la dichiarazione che segue relativa, nel contesto della iniziativa referendaria, a “LA CRIMINALITA' E IL FUTURO DELL'ABRUZZO”:
“In presenza di gravissimi fatti criminosi, omicidi e sospetti suicidi di pentiti e noti personaggi della malavita organizzata presenti in Abruzzo, di reati amministrativi ed ambientali verificatisi nella nostra Regione, senza alcuna “reazione e seria preoccupazione” di buona parte dei nostri politici e della cosiddetta società civile, è necessario un “colpo di reni collettivo” ed una manifestazione concreta ed inequivoca di “indignazione civica” e di partecipazione più consapevole e responsabile alla estensione dell'opera di contrasto messa in atto da alcuni settori delle forze dell'ordine e degli organi inquirenti sebbene concentrata in una parte ristretta del territorio regionale.
Al riguardo, gli appelli lanciati sin dagli inizi anni '90 e ripresi dalla Commissione antimafia nella relazione finale al Parlamento dopo la visita effettuata nel 1993, non furono, e non sono stati sino ad oggi, tenuti nel debito conto. Il grave allarme ripetutamente reiterato non trovò allora e non sta trovando oggi “una puntuale attenzione da parte dello Stato” e, pertanto, come era prevedibile, per la logica delle cose sin da allora prefigurate, ci ritroviamo oggi, dopo 15 anni inutilmente trascorsi, in una “situazione prossima al terribile”.
Infatti, nonostante ripetute sollecitazioni, sono rimaste completamente inascoltate le denunce e gli allarmi lanciati da alcuni (purtroppo pochissimi) Magistrati “coraggiosi”, più esposti ed impegnati, in particolare presso le Procure della Repubblica di Pescara, Vasto, Sulmona, Avezzano e L'Aquila. Già prima del 1992 e delle successive vicende di “mani pulite”, si parlava della presenza in Abruzzo ed in particolare lungo la fascia costiera e nella Marsica, di “una illegalità diffusa a livello economico con un giro di affari miliardario e una illegalità amministrativa in un'area che assorbe il 70 per cento dell'attività complessiva della Regione”.
Oggi, in piena “latitanza e disattenzione della politica”, la nostra Regione sembra “caduta” preda di una avanzata disgregazione sociale e disattenzione civica, quasi fosse rassegnata ad assistere alla penetrazione inevitabile e definitiva della illegalità nelle sue varie e specifiche manifestazioni locali che, in effetti, sono ormai innegabili e sotto gli occhi di tutti.
Ci troviamo a dovere contrastare, senza averne gli strumenti, le categorie e le risorse culturali e civiche, oltre che una criminalità organizzata quasi spavalda, in particolare un gravissimo rallentamento della tensione morale e della speranza del futuro, un progressivo degrado del territorio, della qualità della vita, della prevenzione e della coesione sociale. Vediamo in giro troppi dissesti edilizi, urbanistici, idro-geologici ed ambientali. Constatiamo altissimi costi impropri e ingiustificabili sprechi della politica, contro cui, chi di dovere, non è in grado o non intende affatto mettere in atto rimedi radicali e di successo.
In tale contesto, e pur in presenza di coraggiose e tenaci iniziative referendarie e riformatrici in atto, ho trovato francamente incredibile il “silenzio distratto” di molti Parlamentari abruzzesi, dei politici e delle istituzioni regionali e locali, che pure sponsorizzano con risorse pubbliche, e presiedono personalmente, conferenze, convegni, incontri e premi proprio in memoria di coloro che effettivamente hanno lottato “contro le illegalità” e ne hanno pagato le durissime conseguenze, anche con la vita. E' bene dire con estrema franchezza e indignazione che tanti politici e amministratori abruzzesi hanno fatto e fanno finta di nulla: questo comportamento, a chi sa leggere tra le righe, non può fare altro che incutere un qualche timore di troppo e, oltre a scoraggiare ogni e qualsiasi iniziativa seria di contrasto e mettere il bastone tra le ruote ad ogni tentativo di riforma e di riduzione dei costi, non sembra far presagire cose buone per il futuro della nostra Regione”.
Il giorno 13 luglio successivo, vista la scarsa rilevanza data dalla maggior parte della stampa ai contenuti ed alle conseguenze previste dalla suddetta dichiarazione ripresa e pubblicata ampiamente “solo e soltanto” dal Quotidiano La Città di Teramo, ho inviato la seguente “Lettera-dichiarazione” ai Direttori di tutti gli Organi di Informazione, locale, provinciale, regionale e nazionale:
Egregio Direttore,
ipotesi di gravissimi reati amministrativi ed ambientali contestati dalla Magistraura nella nostra Regione, non hanno provocato alcuna “seria reazione” da parte dei nostri politici e della cosiddetta società civile, se si esclude l'On. Remo Gaspari.
E' assente, purtroppo, una “indignazione civica” e una “separazione dalle responsabilità” dei singoli esponenti politici coinvolti nelle vicende manifestatesi a seguito di una intensificazione dell'opera di contrasto messa in atto negli ultimi tempi e concentrata in una parte ristretta del territorio regionale.
Perché gli allarmi lanciati dalla Commissione antimafia dopo la visita effettuata nel 1993 non sono stati sino ad oggi tenuti nel debito conto a livello locale e regionale e non trova, nemmeno oggi, “una puntuale attenzione da parte dello Stato”?
Sono testimone diretto del fatto che le ripetute sollecitazioni sono rimaste completamente inascoltate, mentre già prima del 1992 si parlava della presenza in Abruzzo, ed in particolare lungo la fascia costiera e nella Marsica, di “una illegalità diffusa a livello economico con un giro di affari miliardario e una illegalità amministrativa in un'area che assorbe il 70 per cento dell'attività complessiva della Regione.
Sconcerta e sorprende la “latitanza e e la disattenzione della politica” di fronte ad una vera e propria “Caporetto” delle punte più avanzate ed eccellenti della classe politica ed amministrativa, in particolare del centrosinistra, e si vede ad occhio nudo come la realtà sociale della nostra Regione si ormai diventata preda di una avanzata disgregazione e disattenzione civica, quasi fosse rassegnata ad assistere alla penetrazione inevitabile e definitiva della illegalità nelle sue varie e specifiche manifestazioni, amministrativa e della stessa criminalità organizzata.
Secondo me, in Abruzzo, non abbiamo gli strumenti, le categorie e le risorse culturali e civiche, per contrastare con successo, non solo una criminalità organizzata quasi spavalda, ma addirittura un gravissimo rallentamento della tensione morale e della speranza del futuro, un progressivo degrado del territorio, della qualità della vita, della sicurezza sui posti di lavoro e della prevenzione degli incidenti stradali, degli incendi boschivi e dei reati ambientali ed urbanistici. Permangono altissimi, nonostante le difficoltà e la crisi economica e debitoria della Regione, i costi impropri e gli sprechi della politica, contro cui, chi di dovere, ed a questo punto, sembra non dimostrare la capacità e la volontà necessari per mettere in campo atti, fatti e rimedi radicali e di immediato successo.
Ho il timore e la sensazione che anche le tenaci iniziative referendarie e riformatrici in atto, di fronte ad un “silenzio distratto” di molti Parlamentari abruzzesi, di politici e di importanti istituzioni regionali e locali, non avendo tra l'altro fatto quasi nulla nel recente passato, si attestano su una posizione “curiosa e strana” del “far finta di nulla”, contribuendo, non al contrasto radicale dei fenomeni più anomali, ma praticamente a scoraggiare ogni e qualsiasi iniziativa seria di riduzione dei costi della politica, della enorme mole di spesa pubblica, dell'indebitamento contratto in alcuni settori dei servizi sociali e sanitari essenziali, contribuendo, in piena coscienza ed irresponsabilità, all'aumento indiscriminato delle tariffe e delle tasse.
Anche tale lettera-dichiarazione non ha trovato lo spazio che avrebbe meritato, salvo alcuni siti on-line, che ringrazio di cuore: eppure eravamo alla “vigilia” degli arresti che poi si sono effettivamente verificati ai vertici della Regione sulla sanità, “scandalo” richiamato e “SPIEGATO” dalla “relazione” al quesito referendario sullo scioglimento della Agenzia Sanitaria Regionale, in combinato disposto con la F.I.R.A. S.p.A. di Masciarelli.
Perché la stampa abruzzese e la società civile non hanno saputo “leggere tra le righe”? Eppure, ripetutamente negli ultimi anni, cosi come il giorno 11 luglio, avevo inutilmente dichiarato: “questo comportamento, a chi sa leggere tra le righe, non può fare altro che incutere un qualche timore di troppo e, oltre a scoraggiare ogni e qualsiasi iniziativa seria di contrasto e mettere il bastone tra le ruote ad ogni tentativo di riforma e di riduzione dei costi, non sembra far presagire cose buone per il futuro della nostra Regione”.
Spero di meritare migliore attenzione in occasione della prossima conferenza stampa che si terrà lunedì 21 luglio alle ore 10,30 – presso la Sede della Regione, in Viale Bovio a Pescara.
Pio Rapagnà – ex Parlamentare

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