sabato 14 giugno 2008

Politica. Rifiuti tra omissioni e falsi miti


ASSOCIAZIONE DI CULTURA POLITICA IMPRONTE



Rifiuti tra omissioni e falsi miti
La notizia di una terza indagine della magistratura su Cirsu e Sogesa non ci coglie affatto di sorpresa e neppure apprendere dalla stampa che la nuova inchiesta non riguarda soltanto gli aspetti “ambientali” ma anche quelli societari, relativi ai rapporti tra Cirsu Servizi, Cirsu Patrimonio e Sogesa. Ma la notizia vera riguarda le tante domande a cui né i vertici di Cirsu e Sogesa né i Sindaci dei Comuni consorziati –Ruffini e Di Bonaventura in testa- non hanno mai risposto in modo esaustivo. Tanto per cominciare non si è dato ancora conto delle reali motivazioni che hanno indotto mesi fa Lunella Cerquoni a lasciare il timone di Cirsu Servizi, salvo poi essere “recuperata” all’interno del Consiglio di Amministrazione dello stesso Ente. Quali sono state e che di natura erano i dissidi sorti tra la Cerquoni e Nardinocchi? In secondo luogo non è mai stata data una vera risposta a quanti hanno chiesto lumi sulla reale portata del deficit di Cirsu e Sogesa. Se l’alibi, mesi or sono, poteva essere costituito dalla mancanza dei dati di bilancio 2007, adesso quell’alibi è venuto meno. Il termine per l’approvazione del bilancio 2007 è già scaduto e presto scadrà anche quello relativo all’obbligo di trasmissione dello stesso alla Camera di Commercio. Ciò significa che Ruffini, Di Bonaventura & C. hanno in mano tutti gli elementi per dire come stanno effettivamente le cose agli unici che finanziano tutta la baracca, e cioè ai cittadini. Sul fronte “ambientale”, infine, nessuno tra i protagonisti della nascita del futuro ATO, anche coloro che un tempo erano tra i più accaniti ed intransigenti detrattori del Cirsu, spiega come sia possibile insistere sull’ampliamento dell’attuale sito di Grasciano, già “osservato” dall’ARTA, in assenza della messa in sicurezza della discarica e quando la stessa ARTA sta accertando, per conto della Procura di Teramo, la presenza di eventuali irregolarità ambientali all’interno del sito. Il rischio saturazione è dietro l’angolo: a fine estate la situazione potrebbe precipitare anche perché delle vere priorità indicate nella Legge Regionale n.45/2007 (Piano Regionale dei Rifiuti) non sembra occuparsene nessuno: nessun Piano Regionale per la riduzione dei Rifiuti risulta essere stato varato e neppure un Piano Regionale d’Azione per gli Acquisti Verdi (scadenze: rispettivamente 180 e 120 giorni dalla data di entrata in vigore del Piano Regionale). L’attenzione della nostra classe politica sembra essersi ormai concentrata sull’individuazione di volumetrie da 1milone di metri cubi e su irrealistici ed insostenibili progetti di costruzione di termovalorizzatori o di impianti al plasma (vedi caso Ancarano). La comunità scientifica viene tenuta accuratamente ai margini di ogni serio dibattito e questo facilita comode e pericolose scorciatoie: una seconda discarica a Notaresco (non l’Irgine ma forse Capracchia) ed un non meglio precisato impianto al plasma dal bilancio energetico fallimentare (in Francia la cosa funziona perché l’energia che alimenta l’impianto costa molto meno che in Italia). A pagare il conto, alla fine, comunque siamo sempre noi cittadini.

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