lunedì 9 giugno 2008

Politica.Comitato promotore Referendum abrogativi Regionali


Comitato promotore Referendum abrogativi Regionali
Responsabile: Pio Rapagnà
Sede ufficiale del Comitato: Via Lombardia, 10 – Roseto degli Abruzzi
DISTRIBUZIONE “AUTORIZZATA” ED “A PAGAMENTO” DI VOLANTINI A PESCARA: dichiarazione di Pio Rapagnà ex-Parlamentare
L'Articolo 20, Comma 4 del Regolamento Comunale sulla pubblicità, contestato dai Vigili Urbani per la diffusione e distribuzione “non autorizzata” di volantini, non riguarda in nessun caso e non può essere invocato da “chiunque” per impedire o vietare la distribuzione “libera, personale e gratuita” di volantini attinenti iniziative, contenuti e finalità sociali e politiche.
Infatti, come ha «desiderato precisare» il Comandante dei Vigili di Pescara Ernesto Grippo, è perfettamente vero che la normativa vigente in questo Comune per il cosiddetto “volantinaggio” si trova all’art. 20 del Regolamento Comunale sulla pubblicità e le pubbliche affissioni, ed è altrettanto vero che tale norma consente questa forma di pubblicità e propaganda solo previo “pagamento di imposta comunale per ciascuna persona impiegata nella distribuzione od effettuazione per ogni giorno o frazione di esso indipendentemente dalla quantità di materiale distribuito”: ma è altrettanto vero che “tale forma di pubblicità” non riguarda affatto “la stampa e la propaganda politica e sociale” che, come opportunamente si domanda Mare Libero, è tutelata, assicurata e garantita nella sua “libertà e gratuità” dalla nostra Costituzione la quale, all'art.21 comma 1 , recita chiaramente che "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, salvo preannunciati divieti per motivi di ordine pubblico.
I vigili di Pescara hanno tutto il diritto di contestare l'articolo 20 comma 4 del regolamento comunale sulla pubblicità che recita «nel Comune di Pescara non è consentito effettuare pubblicità mediante lancio e distribuzione a mano di manifestini o altro»: ma lo devono e lo possono fare “solo” per la distribuzione e diffusione di “materiale di stampa e volantini pubblicitari” che, in italiano hanno il preciso significato semantico di “volantini commerciali” e, dunque, con profitto e, naturalmente, con il “pagamento di imposta comunale per ciascuna persona impiegata nella distribuzione od effettuazione per ogni giorno o frazione di esso indipendentemente dalla quantità di materiale distribuito”.
Ora, può anche essere che “qualcuno” a Pescara abbia trasformato la politica e l'attività sociale in un commercio, scambiando una Piazza, una strada, un luogo pubblico in un “centro commerciale” ed anche un comizio ed un “volantinaggio” in una “attività commerciale”: ma ognuno di noi è libero di non pensarla allo stesso modo di chi avesse erroneamente scambiato la politica per un commercio.
Per quanto mi riguarda, è chiaro che il Comitato promotore dei referendum, ed ogni altro e qualsiasi comitato o libera e volontaria associazione, non sono tenuti a pagare alcuna “tassa pubblicitaria” nel momento in cui svolgono la propria attività di informazione e/o anche di denuncia civica e politica. Tra l'altro, lo stesso Comitato, in più occasioni non è riuscito a fare affiggere i propri manifesti “nemmeno a pagamento”, il che la dice lunga da che parte si voglia “rigirare” la frittata.

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