domenica 27 luglio 2008

Mostre. Alle “Caricature di Carlo Sterpone” e a “D’Annunzio e Luigi D’Amico” verranno dedicate due mostre, a cura di Enrico Di Carlo




Alle “Caricature di Carlo Sterpone” e a “D’Annunzio e Luigi D’Amico” verranno dedicate due mostre, a cura di Enrico Di Carlo, nell’ambito della IV edizione di “Garrufo con Gusto”, promossa dalla Pro Loco, che si svolgerà a Garrufo di Sant’Omero (Te), dal 2 all’8 agosto 2008. Le esposizioni, allestite nella scuola elementare, saranno visitabili a partire dalle ore 20.00.

Carlo Sterpone

Debutta sulla tavolozza della vita a Torino, dove vive sulle colline che guardano il Po, il 5 marzo 1961.
Una precoce fede calcistica granata lo porta ben presto a esercitare la sua abilità di caricaturista, cominciando a lavorare sui volti dei giocatori e dei dirigenti di quella squadra, quando aveva solo quindici anni.
La sua vena artistica si è andata successivamente affermando grazie alla collaborazione a numerose testate giornalistiche, soprattutto sportive, finendo, nel 1994, nelle blasonate pagine di “Tuttosport”.
I suoi lavori fanno, ben presto, il giro del mondo, ottenendo numerosi riconoscimenti: Bulgaria (1996), Belgio e Portogallo (1997), Brasile e Turchia (1998), Giappone (2000 e 2001). Mentre, tra i premi nazionali, si ricordano “Quelli che il calcio…” (Milano, 1995), “L’Oleandro d’Oro” (Salò, 1998), e il premio speciale “Cesare Perfetto” (Città di Castello, 2005).
Nel 1999, in occasione del 50° anniversario della tragica scomparsa del Torino calcio, a Superga, ha realizzato le caricature di tutta quella leggendaria squadra, e ha creato un’opera commemorativa con cui ha inaugurato l’emissione filatelica dedicata proprio al “Grande Torino”.
Per le Poste italiane ha, inoltre, disegnato le cartoline da collezione per i Saloni torinesi del “Libro” (1997 e 1998), della “Musica” (1997 e 1998) e dell’“Auto” (1998).
Angela Ramello ha scritto di lui: «Attraverso una tecnica personale e originale, che si caratterizza per il tratto deciso e per l’uso vivace del colore, egli ha rappresentato istanti di vita quotidiana osservati con sguardo attento e tradotti in bozzetti di sottile ironia».
In questa mostra di Garrufo, la sua matita racconta personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport, della cultura, e tratta con ironico garbo anche alcuni uomini politici, italiani e stranieri.
Ora che 52 disegni di Carlo Sterpone si affacciano (per la prima volta in Abruzzo) tra le dolci valli vibratiane, siamo felici di dedicare a lui questa rassegna e di poter, insieme a voi… ridere con gusto.


D’Annunzio e Luigi D’Amico

Durante gli anni trascorsi al Vittoriale, Gabriele d’Annunzio aveva intrattenuto frequenti rapporti epistolari con il pasticciere pescarese Luigi D’Amico (1885-1954) il quale, nel 1926 e 1927, aveva creato due dolci, il “Parrozzo” e il “Sensa nome”. Dolci che, inviati a Gardone Riviera, avevano trovato ampio consenso da parte del poeta il quale, dopo aver assaggiato il Parrozzo, scrisse addirittura a D’Amico un sonetto dialettale che terminava con i versi: Benedette D’Amiche e San Ciatté / O Ddie, quanne m’attacche a lu parròzze, / ogne matine, pe’ lu cannaròzze / passe la sise de l’Abbruzze me’.
A queste due gustose creazioni, d’Annunzio non rinunciò mai: «Ti sono tanto riconoscente della tua costante e vigilante amicizia ma alla riconoscenza si mescola il rancore per la tua continua sopraffazione di donatore».
Oggi, la ricca documentazione appartiene a Pierluigi Francini, attuale titolare dell’azienda e nipote di Luigi D’Amico, grazie al quale è stato possibile realizzare questa mostra fotografica.
Le immagini esposte a Garrufo (una parte della collezione) raccontano, infatti, la storia dell’industria dolciaria abruzzese, ripercorrendone i rapporti che il fondatore ebbe sia con d’Annunzio (del quale, quest’anno, ricorre il settantesimo anniversario della morte), sia con personaggi dello spettacolo, dello sport, della politica e della cultura italiana, tra la prima e la seconda guerra mondiale.
Tra i vólti noti, vi sono quelli di Erminio Macario, Totò, Nino Taranto, Titina De Filippo, ma anche di Benito Mussolini, Vittorio Emanuele III, Tazio Nuvolari, Enzo Ferrari. Ognuno porta una dedica al “Cav. Luigi D’Amico”. Tra le più simpatiche, vi sono sicuramente quella di Macario il quale, parafrasando una sua celebre esclamazione, scrive con tono di bonario rimprovero: «Lo vedi come sei!?! Mi mandi il famoso “Parrozzo” fenomeno dei dolci e me ne mandi solo l’assaggio. Lo vedi come sei D’Amico?»; e quello della De Filippo che, con saggezza tutta napoletana, ricorda che il «Parrozzo aggiunge un filo alla trama della vita!!!».


Enrico Di Carlo

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