sabato 2 agosto 2008

Religione. Intervento della giuliese Annarita Petrino sul caso Eluana

Non è morta, ma dorme

Dal Vangelo di Luca 8, 40-42 / 49-56

Al suo ritorno, Gesù fu accolto dalla folla, poiché tutti erano in attesa di lui. Ed ecco venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: gettatosi ai piedi di Gesù, lo pregava di recarsi a casa sua, perché aveva un'unica figlia, di circa dodici anni, che stava per morire. Durante il cammino, le folle gli si accalcavano attorno.
Stava ancora parlando quando venne uno della casa del capo della sinagoga a dirgli: «Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro». Ma Gesù che aveva udito rispose: «Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata». Giunto alla casa, non lasciò entrare nessuno con sé, all'infuori di Pietro, Giovanni e Giacomo e il padre e la madre della fanciulla. Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: «Non piangete, perché non è morta, ma dorme». Essi lo deridevano, sapendo che era morta, ma egli, prendendole la mano, disse ad alta voce: «Fanciulla, alzati!». Il suo spirito ritornò in lei ed ella si alzò all'istante. Egli ordinò di darle da mangiare. I genitori ne furono sbalorditi, ma egli raccomandò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto.

La notizia di Eluana Englaro in coma da diversi anni a causa di un incidente stradale sta facendo il giro dei telegiornali da giorni, perché si chiede di lasciarla morire, staccando il sondino che la alimenta artificialmente. Non so perché, ma pensando a lei, mi sono tornate alla mente le parole di Gesù “non è morta, ma dorme”. Così ho preso la Bibbia e sono andata a cercare l’episodio e l’ho trovato nel Vangelo di Luca. Leggendolo, mi si è allargato il cuore, perché vi ho riscontrato molti punti di contatto con quanto avviene oggi.
“Ed ecco venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: gettatosi ai piedi di Gesù, lo pregava di recarsi a casa sua, perché aveva un'unica figlia, di circa dodici anni, che stava per morire”. Trovo sia naturale nell’uomo questo atteggiamento di rivolgersi a Dio quando si trova nel dolore, perché in fondo Gesù è venuto proprio per questo, per farsi carico dei nostri dolori e farli suoi. Penso che questo atteggiamento sia inscritto profondamente nel cuore dell’uomo, che sempre anela a qualcosa di più grande di lui e fuori di sé, nonostante i continui tentativi del mondo di soffocare questo anelito.
“Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro”. Ecco le parole terribili di un personaggio che nel brano biblico non viene meglio identificato, se non come uno della casa del capo della sinagoga e che, per questo suo essere “uno”, incarna perfettamente una voce indistinta come il coro che oggi si schiera a favore della morte di Eluana. Sono davvero pesanti queste parole, se prese singolarmente. È l’appello a lasciar perdere, perché non c’è più nulla da fare. Eluana non uscirà mai dal coma, Eluana è ormai morta. Non c’è più bisogno di disturbare il maestro… Chi è oggi il maestro? Potrebbe essere l’istituto di suore che si prendono cura della ragazza, al quale bisogna togliere questo compito, oppure l’opinione pubblica che non è il caso di opprimere oltre con problemi di natura etica e morale. Oppure potrebbe ancora essere Gesù che insegna nella sinagoga, che predica dai pulpiti. Dio non va disturbato oltre… Perché Dio qui non c’entra nulla. A Dio si devono rivolgere solo quelli che ne hanno davvero bisogno, ma nel caso di Eluana, Lui non ci deve entrare, perché non è Lui, che è il Creatore del mondo e datore di vita, a dover decidere se lei deve vivere o morire.
“Gesù che aveva udito rispose: «Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata»”. Eppure Gesù sente, Gesù parla, Gesù interviene, rivolgendosi allo stesso Giairo e invitandolo a non temere e ad avere fede. “Soltanto abbi fede”! Quante volte Gesù lo ripete nel Vangelo, che è la fede a salvare. In questo brano biblico lo ha detto anche all’emorroissa che pochi minuti prima gli aveva toccato il mantello, guarendo immediatamente dalla sua infermità. Che cosa non dobbiamo temere? Perché Gesù rivolge questo invito davanti a un fatto ineluttabile come la morte? Perché sa che Lui vincerà la morte, un evento che non può essere in alcun modo modificato dall’uomo, ma sul quale Dio ha potere. Perché allora non credere che Colui che ha vinto la morte vera e definitiva della croce, può vincere anche la morte apparente del coma? Perché abbiamo paura di lasciar vivere una donna che sembra morta?
“«Non piangete, perché non è morta, ma dorme»”. Queste sono parole che rivolgerà anche alle donne di Gerusalemme che piangevano su di Lui, durante la salita al Calvario. Gesù non vuole che si pianga, ma che si abbia fede. E poi, la fanciulla non è morta, ma dorme. Un’affermazione questa che noi dobbiamo fare nostra oggi. Eluana non è morta, ma sta dormendo. Considerarla già morta perché in coma irreversibile, rende forse più facile staccare il sondino, ma il punto è che lei non è morta, dorme!
“Essi lo deridevano, sapendo che era morta”. Ecco la derisione per chi osa affermare il contrario di quanto tutti pensano o credono di sapere. Certo la fama di Gesù lo precedeva, eppure questo non impedisce alla gente di deriderlo, come in seguito faranno anche i soldati e i capi sotto la croce. Perché? Sembrava così assurdo quello che diceva? Eppure in più di un’occasione aveva dimostrato di essere in grado di guarire.
Ma la ragione è dalla sua parte: “Fanciulla alzati!”. Il Vangelo prosegue dicendo che il suo spirito tornò in lei, dunque in un corpo che aveva già effettivamente abbandonato. Nel caso di Eluana, invece, il suo spirito è ancora in lei e non ha di certo lasciato il suo corpo. Così, se Gesù ha richiamato indietro un spirito già libero dal corpo, perché non dovrebbe prendersi cura di uno spirito che nel corpo abita ancora?
“I genitori ne furono sbalorditi”. Ecco cosa manca oggi, la capacità di stupirsi davvero per le grandi opere che il Signore compie in noi.
Eluana non è morta, ma dorme e noi non dobbiamo temere, ma solo… avere fede e sarà salvata!

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