mercoledì 5 novembre 2008

La stagione teatrale del Teatro Stabile di L’Aquila



Chieti, 5 Novembre ’08 – Mercoledì, S. Elisabetta - Anno XXIX n. 344 - http://www.abruzzopress.it/ - abruzzopress@yahoo.it - Tr.Ch 1/81
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Ap – Teatro

La stagione teatrale del Teatro Stabile di L’Aquila
diretto da Federico Fiorenza - direzione artistica Alessandro Gassman

L’AQUILA, 5 Novembre ’08 - Grande attesa per il debutto – nell’ambito della stagione teatrale aquilana, organizzata dal Teatro stabile d’Abruzzo in collaborazione con ATAM, dal 6 al 9 Novembre, presso il Teatro comunale di L’Aquila – di “Delitto di parodia, A causa mia” (foto), il processo D’Annunzio-Scarpetta, drammaturgia di Antonio Marfella, Antonio Vladimir Marino, Luciano Saltarelli, Francesco Saponaro, regia di Francesco Saponaro, con Gianfelice Imparato, Fortunato Cerlino, Marco Mario de Notaris, Giovanni Esposito, Enrico Ianniello, Demi Licata, Tony Laudadio, Antonio Marfella, Peppino Mazzotta, Luciano Saltarelli e la partecipazione filmata di Gino Curcione, Enzo Moscato, Marino Niola, Andrea Renzi, Peppe Servillo.
Lo spettacolo, prodotto da Napoli Teatro Festival Italia, Mercadante Teatro Stabile di Napoli, Teatri Uniti, in collaborazione con Teatro Stabile d’Abruzzo, ricostruisce la vicenda del processo che vide Gabriele D'Annunzio in opposizione al commediografo ed attore napoletano Eduardo Scarpetta, accusato di aver portato sulle scene la contraffazione della tragedia pastorale La figlia di Jorio.
Nel marzo del 1904 Gabriele D’Annunzio è investito dal successo della sua ultima opera teatrale La figlia di Jorio. Nel mese di dicembre dello stesso anno, senza il permesso scritto dell’autore, Eduardo Scarpetta mette in scena al Teatro Mercadante di Napoli Il figlio di Iorio, parodia del lavoro dannunziano. Dopo qualche giorno Marco Praga, fondatore e direttore generale della Siae, presenta querela per plagio e contraffazione contro Eduardo Scarpetta in rappresentanza della Siae e del socio Gabriele D’Annunzio.
Nonostante la richiesta di non luogo a procedere del regio procuratore Giuseppe Lustig, si arriva al processo che dura quattro anni. Avvocati della difesa di Scarpetta sono Francesco Spirito e Carlo Fiorante. Per Gabriele D’annunzio, l’avvocato Ferdinando Ferri e l’Onorevole Luigi Simeoni. Dopo le perizie di parte di Benedetto Croce, per la difesa, e Salvatore Di Giacomo per la parte civile, al culmine del procedimento - davanti al presidente dell’Ottava Sezione Penale del Tribunale di Napoli, Giacquinto - il professor Enrico Cocchia, insigne latinista e filologo, presenta la perizia conclusiva. Il procedimento penale si chiude nel 1908 con l’assoluzione di Eduardo Scarpetta per inesistenza di reato.
Nella giurisprudenza italiana è la prima sentenza che si pronuncia in tema di parodia. Nonostante l’assoluzione, di lì a poco, Eduardo Scarpetta deciderà di ritirarsi dalle scene. Per informazioni e prenotazioni tel.86225584

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