lunedì 3 novembre 2008

SULLA PIATTAFORMA PETROLIFERA A LARGO DI PINETO-SILVI TUTTO TACE




ASSOCIAZIONE DI CULTURA POLITICA IMPRONTE SULLA PIATTAFORMA PETROLIFERA A LARGO DI PINETO-SILVI TUTTO TACE Sulla vicenda dei nuovi permessi di ricerca concessi dal Ministero dello Sviluppo Economico alla compagnia Petrolceltic nel tratto abruzzese del Mare Adriatico siamo già intervenuti oltre un mese fa, sottolineando quanto la ricerca di idrocarburi (petrolio) in fondo al nostro mare sia impattante dal punto di vista ambientale; funzionale rispetto ad un modello di sviluppo che privilegia le energie fossili, altamente inquinanti, rispetto a quelle pulite e rinnovabili; penalizzante per le economie e le comunità locali e, al contrario, particolarmente appetibile per gli investitori stranieri che traggono vantaggio da una fiscalità particolarmente favorevole. Fin qui nulla che non si sapesse prima e che non fosse stato già ribadito anche da autorevoli associazioni ambientaliste e comitati di cittadini giustamente allarmati dall’inquietante presenza di ben nuovi nove mostri d’acciaio a poche miglia dalla costa. Non era a tutti noto, invece, che uno dei nove permessi avrebbe toccato da molto vicino la costa teramana, interessando un’area con un’estensione di 121 chilometri quadrati piazzati nel bel mezzo delle acque territoriali antistanti i Comuni di Silvi e Pineto, con buona pace dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano e degli operatori turistici della costa. E così, per non essere da meno rispetto a nessuno, avremo anche noi una bomba ecologica in casa. Infatti, l’istanza presentata da Petrolceltic è stata formalmente accolta dal Ministero dello Sviluppo Economico il 25 giugno scorso. Dopo che anche il Ministero dell’Ambiente, attraverso la Direzione Generale della Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), avrà dato il suo benestare dopo aver ottenuto chiarimenti richiesti alla compagnia irlandese il 18 settembre scorso, a quel punto non ci sarà più nulla che potrà impedire questo nuovo scempio. Mentre tutto questo accade, mentre nel Chietino e alle Tremiti gli amministratori locali dichiarano guerra al partito dell’oro nero, nel Teramano invece tutto tace, come se la cosa non riguardasse nessuno, men che meno il Presidente della Provincia di Teramo ed i Sindaci dei Comuni di Pineto e Silvi, direttamente interessati dalla nuova attività estrattiva. Soprattutto in questo momento, poi, neanche a parlarne: i pensieri dei più sono rivolti altrove (Elezioni Regionali). E poi sarebbe molto imbarazzante dover spiegare ai Cittadini-elettori che l’avvio del procedimento per il rilascio del permesso di ricerca di cui parliamo è iniziato il 12 dicembre 2006, in pieno Governo Prodi, per poi proseguire e inevitabilmente chiudersi con esito favorevole sotto il Governo Berlusconi. Nell’ultimo mese abbiamo registrato soltanto un’interrogazione rivolta il 2 ottobre scorso dall’On. Legnini al Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vito, che, rispondendo, ha affermato che “il Governo non ha alcuna preclusione nei confronti dell'estrazione petrolifera programmata lungo la costa adriatica, ritenendo tuttavia che essa debba svolgersi nel puntuale rispetto della normativa sull'impatto ambientale e sottostando alle necessarie verifiche sulla sicurezza generale”. Insomma, si va avanti. Punto e basta.
f.to IMPRONTE

Nessun commento: