inerente vicenda Flamminj.
L’annosa e drammatica vicenda Flamminj si arricchisce di un ulteriore capitolo. Infatti, è intervenuta in questi giorni la decisione dell’Ispettorato per la Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a suo tempo debitamente informato e coinvolto nella vicenda dalla scrivente organizzazione sindacale. La favorevole decisione va a sommarsi alla sentenza del Giudice del Lavoro del 23/6/08, con la quale la Provincia di Teramo è stata condannata a restituire al dirigente la parte della retribuzione non versata con l’aggiunta degli interessi e rivalutazione monetaria nonché del pagamento di tutte le spese legali e processuali e all’atto di riconoscimento del mobbing da parte dell’apposito sportello regionale sedente presso la ASL di Pescara. Il nuovo capitolo ha preso avvio nel mese di giugno 2008 quando la CISL di Teramo chiedeva alla predetta Presidenza del Consiglio di porre in essere un intervento diretto a verificare se gli atti e i provvedimenti addottati nei confronti di Flamminj erano o meno legali, legittimi e corretti. L’Ispettorato, a seguito di una apposita e puntuale relazione presentata dal dirigente interessato, all’inizio del mese di febbraio scorso richiedeva specifiche notizie e spiegazioni sul caso alla Provincia di Teramo. Quest’ultima, come si legge nella nota dell’Ispettorato, dopo un sollecito, in data 28 aprile e 4 maggio 2009 ha fatto pervenire i riscontri alle richieste di chiarimento ricevute dalla stessa autorità governativa. Lo stesso Ispettorato ritenendo non sufficienti le spiegazioni fornite dall’ente con nota dell’11 maggio 2009, notificata in data 15 maggio, in base al combinato disposto di diversi articoli di legge, ha intimato alla Provincia di Teramo di produrre denuncia alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica, in pratica chiedendo all’Ente di autodenunciarsi, prevalentemente in merito alle seguenti circostanze. Una, affermando che una volta accertata l’esistenza di un danno erariale, come per la citata sentenza del Giudice del Lavoro, in caso di fatti che diano luogo a responsabilità, la denunzia da parte del responsabile preposto, deve essere immediata. Mentre per l’altra, in relazione alla frase riportata da Flamminj nella sua relazione: “Torna utile far presente che il sottoscritto, dal 12 maggio 2005 a oggi, senza risorse umane , strumentali e finanziare, ubicato nella solita stanzetta e con a disposizione un solo computer, ha prestato attività lavorativa soltanto per tre giorni per la relazione del Piano Economico di Gestione 2006, per circa un mese tra giugno e luglio 2008 e per circa due mesi nel periodo fine agosto e 24 ottobre 2008. Nei restanti periodi e ultimamente a partire dal 24 ottobre si è ritrovato nella più totale oziosità”, dichiarando che la situazione così rappresentata, basta e avanza, perché, seguendo gli articoli di legge indicati dal medesimo ispettorato, parta, da chi di competenza, una immediata denuncia alla Corte dei Conti. Un’altra autorità pubblica si esprime a favore di Flamminj e contribuisce a fare chiarezza sulla sua intricata storia. Un ulteriore atto pubblico che dimostra che la scrivente organizzazione sindacale ha posto in essere una giusta tutela sindacale di un lavoratore e che ha fatto bene a richiedere più volte all’ente di porre in essere i controlli sull’azione amministrativa rivolta nel tempo a danno di Flamminj, controlli, tra l’altro, che non sono mai stati effettuati.
In poche parole, ancora una volta le perplessità ed i dubbi sugli atti e i provvedimenti rivolti verso il Flamminj, sollevati dallo stesso e dalla CISL, hanno formato oggetto di una decisione assunta da un’Autorità pubblica a favore del lavoratore interessato.
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