Vitalij Kuprij per il concerto di chiusura della Riccitelli
Sarà la Sala Polifunzionale della Provincia ad ospitare il concerto di chiusura della trentesima Stagione dei Concerti organizzata dalla Società della Musica e del Teatro “Primo Rccitelli”. Domenica 24 maggio, alle ore 21, si esibirà a Teramo il pianista Vitalij Kuprij
Kuprij ha intrapreso lo studio del pianoforte all’eta’ di tre anni con la Professoressa Nina Nayditsch ed in seguito e’ stato selezionato per entrare nell’Accademia Musicale Mykola Lyssenko di Kiev. Avendo riscosso numerosi interesse intorno al suo talento ed alla sua tecnica, Kuprji e’ stato selezionato per frequentare il prestigioso Curtis Institute of Music di Philadelphia ed ha ricevuto una Borsa di Studio al fine di studiare con il famoso virtuoso del piano, Gary Graffman. Nella Primavera del 1999, Kuprji si e’ esibito alla Carnegie Hall di New York con la New York Youth Symphony in un concerto “sold out” che lo ha proiettato in una carriera piena di successi in tutto il mondo (Olanda, Germania, Francia, Svizzera, Messico, Usa, Italia, Svezia, Norvegia, Inghilterra, Giappone).L’attivita’ concertistica di Kuprji si divide tra tour in tutto il mondo dagli States al Giappone come pianista concertista ma anche come uno tra i piu’ rinomati virtuosi tastieristi rock, con le sue bands Artension e Ring of Fire, sempre ai primi posti delle Charts di mezza Europa e autentica Rockstar in Giappone. A differenza dei pianisti tradizionali, la grande versatilita’e la sua capacita’ di saper mediare con il mondo neo-classico, lo rende una delle forze primarie del rock alternativo e dell’esplorazione musicale odierna. Kuprij ha la capacita’ di espandere gli orizzonti dell’ arte pianistica oltre, rendendolo una delle grandi realta’ di oggi ma soprattutto del futuro.È da poco uscito sul mercato internazionale il suo CD in cui Kuprij da una magistrale interpretazione della Sonata di Franz Liszt e della Terza Sonata di Frederic Chopin. In tutti gli States Kuprij ha interpretato magistralmente le composizioni per pianoforte di Leonard Bernstein e pur essendo uno specialista in Rachmaninoff da una interpretazione della “Rapsodie in Blue” di Gershwin incredibilmente originale ritrascrivendo alcune cadenze per rendere il pezzo ancor piu’ virtuosistico.
ProgrammaL. van Beethoven Sonata in do min. n. 8 op. 13 “Patetica” F. Liszt Rapsodia ungherese n. 8 in fa # magg.
F. Chopin 6 Studi Andante Spianato and Grand Polonaise Brilliante
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Di Walter De Berardinis
Il 6 marzo 1895, nel c...
2 mesi fa
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Un nuovo orizzonte di senso per la pittura: la pittura archetipale
Elio Mercuri, critico d'arte internazionale ci presenta la pittura archetipale di hypnos ( Gilberto Di Benedetto).
28/09/2009 -
La ricerca di Gilberto di Benedetto, Hypnos, muove all’interno dell’informale con la scelta decisa della pittura come linguaggio del profondo sul rapporto sguardo, emozione, mano nella simultaneità che svela l’immaginale. Le sue opere sono crateri aperti dall’esplosione di un vulcano che apre la terra, il muro nero che occulta la terra è fuoco, il suo rosso amico, energia che provoca vertigine. Il rosso-eros che da comunicabilità e libertà ai vuoti interiori, a tutto ciò che dentro di noi non diventa vita ed è quotidiana tensione e sofferenza. Poi, la intensa e tenace ricerca di attivare i poteri di una sensibilità e personalità. Particolari, dono di natura attraverso lo studio, l’esperienza, delle scienze umane e delle scienze occulte; del pensiero e della magia per pervenire alla verità dell’esistenza.
Non lascia intentata nessuna strada per liberarsi dall’ “errore” nel “sentiero interrotto”, dal destino; risposta alle interrogazioni inquietanti dei giorni, varcare le soglie dell’oltre , nella sfida sull’orlo dell’abisso.
In questa ricerca, di trovare la concentrazione capace di azzerare l’eterno (il nero) e aprire al viaggio studio. Nel messaggio dell’araba fenice, di oltrepassare i confini; incontra l’ipnosi e il potere dell’ autoipnosi che permette di dare visibilità al linguaggio dell’anima ( Lacan ha sostenuto che l’inconscio è strutturato per immagini) e aprire nuovi orizzonti di senso per la pittura .
Dal primo percorso della stagione informale attraverso l’autoipnosi elabora la nuova dimensione della sua pittura che per riferimento alla psicologia archetipale di Hillman (autore fondamentale per Hypnos) noi definiamo “pittura archetipale” capace di dare espressione-immagine ,oltre io segno all’anima.
Lo stato di ipnosi gli permette di dare forma a tutto ciò che nella quotidianità è informe ed il nostro inconscio, cuore di tenebra, linea d’ombra, nero e non il luogo dell’incontro con l’infinito (l’inconscio come infinito di Malte Blanco) e riuscire più che la formula della matematica e i simboli delle scienze a delineare la logica della simmetria, che ci consente di convivere non più nella scissione e nell’occultamento ma nella verità.
Ha scelto il nome Hypnos, il sonno , per quel legame intimo con “Thanatos”, che ci riconduce nella liberazione dalla fenomenologia, all’archetipo e nell’ “esserci”così come siamo esistenza, provare il brivido dell’Essere, la totalità, l’immanenza in ogni manifestazione ed ente nella dimensione tempo. Il colore, nella sua dialettica di rosso e nero è luce che apre le prospettive dell’Infinito.
È il segreto e la magia della pittura come questa esperienza attraverso l’azione della mano si completa e riveli la sua originalità pur nella continuità con la storia dell’arte.
Guardare queste opere richiede un tempo lungo: è necessario andare oltre l’attrazione immediata, il sortilegio dello sguardo; assorbire il brivido dell’emozione, trasformare la caduta della vertigine in meditazione e concentrazione nel viaggio dentro a seguire quella luce che allarga spari nell’infinito notte e nella nostra esistenza dai conflitti, sedati dalla comunicabilità, dell’anima ci introduce al mistero cosmico, nella polarità che sostiene ogni presenza, del cielo e del quotidiano, dell’assoluto e dell’effimero; della precarietà della morte e dell’eternità della vita.
Allarga i poteri e i confini della pittura in questa emozione dell’ipnosi che prende corpo oltre l’emozione dei sensi nella rivelazione della verità.
E' l’arte a rendere possibile questa esperienza, la forma più alta di conoscenza concessa all’uomo prima di compiersi nel suo destino .
Elio Mercuri
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