mercoledì 25 giugno 2008

Cultura. L’happening culturale internazionale TERAMO, CITTA’ APERTA AL MONDO

L’happening culturale internazionale “TERAMO, CITTA’ APERTA AL MONDO
prende lo spunto da un riconoscimento, che l’UNICEF ha attribuito alla nostra città, nel 1989, per merito della Coppa Interamnia, allorché dichiarò “Teramo, città aperta al mondo”. Un riconoscimento che si sbaglierebbe a considerare meramente “premiante”, visto che mai lo sono le attestazioni culturali, ma va considerato quale “identificazione culturale”, sorta di etichetta che la nostra città può vantare. L’essere città aperta al mondo, come lo sono pochissime altre sul pianeta per meriti “sportivo/culturali” fa, infatti, di Teramo un “unicum” nel panorama nazionale e continentale, vero e proprio luogo geografico nel quale è possibile verificare il significato profondo della solidarietà e della fratellanza. Più che una città, Teramo è oggi un messaggio e un sogno. Un messaggio di pace, soprattutto, lanciato negli anni dalla Coppa Interamnia e rilanciato al mondo nello scorso mese di luglio attraverso lo sport, con la creazione di una squadra “ideale della pace”, composta da atleti in rappresentanza di tutte le nazioni, che sono state e che sono tutt’ora in conflitto tra di loro. Un messaggio che oggi la Coppa Interamnia vuole rinnovare e rendere universale nei modi e nei tempi, ampliando il suo percorso tendente a rafforzare ulteriormente l’unione tra i popoli attraverso la cultura e a trarre vantaggi concreti, a favore della comunità teramana, dalle tante amicizie contratte nel corso degli anni e dalle tante potenzialità, propiziate dall’importante rassegna sportiva e sin’ora non valorizzate.
In buona sostanza, innumerevoli sono stati i contatti allacciati con ambasciate, consolati, addetti culturali e, commerciali, ministeri della cultura, della gioventù, del turismo, del commercio, associazioni, università degli studi e tanti altri enti ed organismi. Di conseguenza, alla luce di questo patrimonio di rapporti e di amicizie, è sembrato possibile programmare questo evento, che altrimenti sarebbe stato difficilmente realizzabile. In sintesi, questo progetto è la naturale valorizzazione , in termini di proposta di amicizia, di fratellanza e di pace, della esperienza maturata nel corso di un trentennio, che si mettono a disposizione della città di Teramo, perché tutta la comunità possa godere dei loro benefici effetti.Un sogno perché, prima ancora di essere un progetto, quello di “Teramo, città aperta al mondo” è un sogno. Il sogno di una città che, negli anni, ha saputo ritagliarsi uno spazio tutto proprio, e unico, nel panorama mondiale della solidarietà e della fraternità tra i popoli. Il sogno di una città che ha voluto, sempre, far parlare la voce dello sport quando tutt’intorno parlava quella delle armi. Il sogno di una città che ha cercato, con l’ostinazione propria di una terra che vuole i suoi figli “forti e gentili”, issare sempre più alta la bandiera della Pace, anche e soprattutto quando sembrava più difficile, se non impossibile, trovare un pennone che potesse sostenerla. Il sogno di una città che ha inseguito, in un triplice decennio, il rimbalzar festoso di un pallone da handball, in una piazza fatta campo, in un parcheggio fatto palestra, in nome di un superiore interesse per lo sport capace, come solo agli Dei dell’Olimpo in occasione delle Olimpiadi era concesso, di fermare il rombo lontano dei cannoni e sostituirlo con una risata di gioia. Il sogno di una città che, per forza e per amore, ha voluto fare delle sue scuole una sorta di ostelli della gioventù, per ospitare la multicolore etnia giovane dei ragazzi che, da tutto il mondo, venivano a Teramo solo per coronare i loro mille, diecimila… miliardi di sogni.Il punto di partenza è costituito, pertanto, da questa originale iniziativa, che vuole essere un omaggio che la città di Teramo intende rendere al mondo attraverso cinque città: Beirut, Dakar, Perth, Rio de Janeiro e Roma scelte, non a caso, come “simbolo”, come “angoli” del pianeta.

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