martedì 24 giugno 2008

USA. L'ENASCO, i cittadini italiani e le normative anti italiane, di Lino Manocchia

Riceviamo dal giornalista giuliese, Lino Manocchia

Notiziario NIP News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 121 - Anno XV, 23 Giugno 2008, 09:35:00
Italiani nel mondo
L'ENASCO, i cittadini italiani e le normative anti italiane
23-06-2008 09:06:35
Miami - "E' uno sconcio, una vergogna,un atto incivile ed antitaliano".
Chi parla e' un anziano signore di Palm Beach, che chiameremo, con la sigla Tony B., venuto a Miami, (a circa tre ore di distanza), per "chiarire" le nuove normative circa l'acquisizione della cittadinanza italiana.

"Sono nato 70 anni or sono, emigrato e divenuto americano. Sospinto da alcuni miei paesani, ho deciso di diventare di nuovo cittadino italiano. Ma non mi aspettavo di trovarmi di fronte una tale situazione, al punto di dire addio alla mia decisione...e tirare avanti".

La "situazione", per la verita', non e' tra le piu' favorevoli. Le autorità Ambasciate-Consolari italiane , fautori delle normative create per sgravare l'enorme lavoro degli uffici addetti, hanno causato conseguenze forse non previste.

Parlando col direttore della Florida dell'Enasco, l'Ente Nazionale di Assistenza Sociale per i Commercianti, l'organo che tutela i diritti dei lavoratori, in particolare degli autonomi del commercio, del turismo e dei servizi, Silvano Toso, siamo venuti a conoscenza delle intricate normative emesse da alcuni Consolati italiani il 15 giugno scorso.

Una conferma e' giunta dal Console di Miami Marco Rocca, il quale non ha potuto fare altro che alzare le spalle, "chiedendo aiuto al cielo".
"Sono disposizioni che vengono dall'alto (Ambasciata di Washington, ndr.) E noi, "militari diplomatici" non possiamo fare altro che eseguire gli ordini."

Ecco come funzionano gli ordini.

Sul sito dei consolati italiani in America sono state riportate le normative per gestire il flusso di domande di cittadinanza italiana, normative che la grande maggioranza dei "candidati" considera "no good". Non sono buone per ovvi motivi, quali quello di dover interpellare una ditta privata americana, la "ABTRAN", la cui sede non e' rintracciabile.

Al salato, si aggiunga anche l'amaro di dover pagare alla suddetta ditta misteriosa, con carta di credito alla mano, $2.49 al minuto di conversazione al telefono, previa indicazione del numero della carta di credito , che le autorita', insegnanti e gente per bene suggeriscono di tener segreto per non cadere nella rete di imbroglioni e falsificatori.

Le normative pubblicate sul sito, inoltre, sono solamente in lingua inglese.

Per la cronaca vale riferire che la Enasco, dopo appena sei ore dalla pubblicazione delle normative ha ricevuto una mezza dozzina di telefonate (non con carta di credito!) con le quali cancellavano la loro domanda, accompagnandola con frasi irrepetibili.

Unica nota di colore, quella dell'incontro, lunedi' prossimo , di Toso con la dott.ssa Virginia Valentini del Ministero degli Affari esteri, la quale valutera' e suggerira' drastici cambiamenti, e nuove proposte.

Tutto il frammentato ciclo che coinvolge la anonima ditta, scelta, ovviamente dall'Ambasciata italiana a Washington, si riversa sui Consolati in generale, i quali non rispondono nè rilasciano dichiarazioni direttamente a nessuno.

I "MAI" DELLA RAPPRESENTANZA DIPLOMATICA

Il cronista ha provato ripetutamente a parlare con "qualcuno" dell'Ambasciata per informazioni del caso, ma il telefono risulta sempre "occupato", e qualche volta si ode: "Lascia il tuo nome e telefono, ti chiameremo appena possibile:" Cioe'... MAI!

Questo per non parlare del "benvenuto" dato dai "portinai-addetti al consolato capaci di trattare un "bisognoso cittadino" a calci nel sedere e parole volgari. Fortunatamente alla nostra spiegazione:"sono giornalista", il cronista ebbe l'avviso di attendere il turno mediante un numero distribuito all'ingresso del consolato.

Un giorno, alla nostra protesta diretta al Console-che putacaso- cambiano le sedi con la velocita' dell'uragano, ricevemmo uno: "scusi, ma sa, siamo tanto oberati di lavoro".

Una domanda: I cittadini che chiedono la doppia cittadinanza, dove devono dirigersi per ottenere un "favore"dal Patrio Governo?

E i neo senatori, deputati e compagni della zona America Nord, dove sono andati a finire? Evidentemente sono all'oscuro della misera faccenda.

News ITALIA PRESS ha appreso un particolare degno di una di quelle sedute di salotto dove le signore giocano al bridge. Ascoltate.

Di tanto in tanto, gli Ambasciatori di questo mondo, si ritrovano per consumare un "modesto" pasto, ed un buon bicchiere di vino italiano, (il preferito). Durante la loro fraterna conversazione, qualcuno si lamenta di un... "problemuccio" interno. Al che sopravviere un collega e suggerisce questa o quella soluzione. Soluzione che viene prontamente attuata, per il bene o per il male.

Qualcuno ha insinuato che il sistema appuntamenti per telefono a mezzo di una anonima compagnia straniera, sia stato attuato anche dalla Francia, Inghilterra e Spagna. La nostra inchiesta ha rivelato che soltanto l'Italia ha messo in atto un simile puerile, rivoltante sistema, che anche il Canada ha ripudiato.

Dunque, i futuri cittadini italiani dovranno attendere un anno prima che la Abtran disbrighi le faccende, dando al malcapitato la chance di apparire dinanzi al Console, che ci dicono, richiederanno mesi per il completamento delle pratiche "poiche' il Consolato e' talmente oberato di lavoro".

Ma allora scusate, il Patrio Governo non potrebbe provvedere ad alleggerire i "poveri" consolati facendo si che essi aiutino i nostri "poveri" italiani all'estero?

Il commento conclusivo del dott. Toso della Enasco, è: "Ho controllato tutti i siti dei consolati americani, e vedo che solo New York e Miami sono all'avanguardia di questa procedura in vigore, ma si prevede che altri copieranno la "meravigliosa" scoperta. Intanto come Patronato vedo che questo metodo rappresenta un allonatamento da parte dei Consolati da coloro che vorrebbero essere cittadini italiani, che, generalmente sono o gli emigrati di una volta o i figli di emigrati".
"Dunque, perche' castigare questa classe degli italiani? - si chiede Toso - Una probabile soluzione esiste: Se bisogna per forza di cose alleggerire i consolati dal peso di servire i cittadini di ora e di una volta, perche' affidare il compito ad una ditta privata?.Ci sono i Patronati che sono gia' in collaborazione ed in sinergia con la rete consolare. E tanto basta".
Lino Manocchia News ITALIA PRESS

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