sabato 28 giugno 2008

Mostre. Ireneo Janni espone a Giulianova

IRENEO JANNI, nato in Atri (Teramo) il 7 gennaio 1946, nella città di Pescara consegue maturità al Liceo Artistico poi la laurea in Architettura. Fin dal 1964 è invitato ad importanti mostre ottenendo premi e riconoscimenti. Dal 1966 al ‘69 si dedica alla realizzazione di Vetrate artistiche per Enti pubblici e privati. Negli anni 70-73 è a Milano, dove svolge intensa attività frenquentando l’ambiente artistico di Brera. Espone a Parigi, Baden, Zurigo, Lucerna e in molte città italiane quali Firenze, Milano, Roma, Torino, conseguendo ampi consensi. Nel 1973 si trasferisce stabilmente a Roma partecipando attivamente alla vita artistico-culturale della Capitale, presentando opere che affrontano il tema politico-sociale ed ecologico in cui “l’uomo degli anni ‘70 si dibatte”. Nello stesso periodo è presente anche a Firenze con varie mostre personali e collettive. Negli anni Ottanta realizza il Monumento in bronzo ai Caduti della Resistenza, per il Comune di Atri e il ripristino-restauro degli affreschi del Teatro Comunale; si presenta, inoltre, con mostre personali e collettive in Olanda, Nigeria e New York. Nel 1988 illustra l’Annuario Storico dell’Arma dei Carabinieri. Negli anni ‘90 il Comune di Foggia gli dedica un’ampia personale nel Palazzetto dell’Arte; Jacques Mesmin gli dedica una “Personale” nella sua “Art Gallery” di Bruxelles. Nel 1997 illustra nuovamente l’Annuario Storico dell’Arma dei Carabinieri, e nel ‘98 quello della Polizia Municipale del Comune di Roma; nello stesso anno realizza il Monumento ai Caduti del Comune di Pianella (Pescara). Nel 2000 altra grande mostra alla Gallerie Azur di Spa (Belgio) inaugurata dal Ministro della Cultura belga. Sempre nel 2000 realizza il Monumento bronzeo per la città di Silvi (Teramo). Nel 2001 altro Monumento ai Caduti di Sella Ciarelli (Teramo). Nel 2002 di nuovo per l’Arma dei Carabinieri l’illustrazione dell’Agenda 2003. Nel 2004 è stato invitato dal Comune di Tuscania (VT) per una Mostra Antologica. Nel 2008 su richiesta dell’Associazione Culturale “G. Braga” onlus e del Museo d’Arte dello Splendore ha allestito una Mostra personale di oltre 50 opere nei locali del MAS di Giulianova. Una Mostra permanente dei suoi lavori è allestita permanentemente nel suo Studio d’Arte, ad Atri (Teramo), in Piazza Duomo.

Mostre personali q 1970, Galleria Treves, Milano q 1972, Galleria Burdeke, Zurigo; Galleria d’Arte 7, Baden q 1973, Galerie Le Belvedere, Parigi; Galerie d’Art, Lucerna q 1974, Galleria Remo Croce, Roma; Galleria Internazionale d’Arte, Firenze; Galleria II Pasquino, Roma q 1975, Galleria Remo Croce, Roma; Galleria d’Arte, Torino q 1976, Galleria Pinacoteca, Roma; Camera di Commercio, Parigi; Galleria Spazio Uno, Taranto; Galleria Aihambra, Montesilvano; Galleria Alpha Centauri, Ostia; Galleria Mintaka, Rieti q 1977, Galleria Treves, Milano; Galleria Miraceti, S. Severino Marche q 1979, Sale Comunali di Silvi Marina; Galleria Palizzi, Vasto; Galleria Primo Piano, Bolsena q 1980, Galleria Pinacoteca, Roma q 1981, Graziani Gallery, New York; Galleria Antares, Catania q 1982, Galleria Sagittario, Cosenza; Expo Arte Internazionale, Bari; Gallerie David, Bari; Galleria L’Archetto, Teramo q 1984, Galleria Antares, Catania; Galleria Punto Arte, Civitavecchia; Galleria Arte Spazio, Bolsena; Galleria L’Arca, Roma 011985, Galleria Mosaico, Messina; Galleria II Grifo, Reggio Calabria; Galleria Il Faro, Tarante Q 1986, Galleria C Arca, Roma; Galleria II Quadro, Civitavecchia q 1987, Galleria L’Esagono, Lecce; Expo Arte Internazionale, Bari; Galleria Sagittario, Cosenza q1988, Pinacoteca Galleria d’Arte, Roma; Expo Arte Internazionale, Bari; Comune di Tuscania, Biblioteca Comunale; Castello Comunale di Crecchio con il patrocinio di Italia Nostra, Sez. Crecchio q 1989, Expo Arte Internazionale, Bari; Centro Studi L’Esagono, Lecce q 1990, Città di Foggia, Settore Cultura, Palazzetto dell’Arte, Sala Grigia q 1991, Galleria La Diga, Siracusa; Palazzo Barberini, Sala Giulio Cesare, Roma; Galleria Arte Spazio, Sassari; Art Galery Jacques Mesmin, Bruxelles; Galleria d’Arte Pinacoteca, Roma q 1991, Galleria Le Arti, Catania; Galleria Ciak, Palermo q 1992, Galleria Elmi. Gela; La Bottega dell’Arte, Tuscania; Galleria La Diga, Siracusa, Galleria SK, Galatina (Lecce) q 1993, Expo Arte 93, Bari; Galleria Domizia, Baia Domizia; Galleria Arte Spazio, Sassari q 1994, Expo Arte 94, Bari; La Bottega d’Arte, Tuscania q 1995, Expo Arte 95, Bari q 1996, Expo Arte 96, Fiera Internazionale d’Arte, Bari; Castellalto, Castelbasso (Teramo) q 1997, Nell’ambito della Manifestazione “Quattro Notti di Luna Piena”, 21-24 agosto, a cura dell’“Associazione Culturale Ceppaloni e Dintorni”, Ceppaloni (Benevento); Teatro Comunale, Atri (Teramo); Università degli Studi “G. d’Annunzio”, Facoltà di Architettura, Pescara. q 2000, Mostra organizzata da la Gallerie Azur, Spa (Belgio). q 2004, Antologica organizzata dal Comune di Tuscania (Viterbo). q 2008, Antologica “Opere dal 1968 al 2008” organizzata dall’Associazione Culturale “G. Braga” onlus e dal Museo d’Arte dello Splendore, di Giulianova.

Partecipazione a premi e collettive q 1964, Premio Giovani Pittori, L’Aquila q 1965, Rassegna Pittori abruzzesi, Pescara; Premio Le Arti, Sulmona; Arte Contemporanea, Fiera di Teramo, q 1966, Premio Marina di Ravenna, q 1967, Rassegna Nazionale di Scultura, Jesi q 1968, Rassegna La Figura e il Nudo. Roma; Rassegna di Grafica, Jesi q 1969, II Biennale d’Arte Contemporanea, Roma q 1970, Mostra di pittura Contemporanea, Pescara q 1972, Maestri Contemporanei, Galleria De Rosa, Milano q1973, Pittura Contemporanea, Arezzo q 1974, Premio Salvi Sassoferrato, Ancona; Premio Mazzacurati, Teramo; Rassegna d’Arte, Azienda di Soggiorno, Arezzo q 1975, Artisti Contemporanei, Taranto; Rassegna d’Arte, Gli Ulivi, Bari q 1976, 33 Artisti Contemporanei alla Pinacoteca, Roma q 1977, 40 Maestri Contemporanei, Alhambra, Montesilvano; VI Premio Intenazionale, Baia Domizia; Rassegna di Pittura Contemporanea, Chianciano q 1978, Palazzo Maccabeo de’ Maccabei, Mostra d’Arte, Tuscania; Autori Contemporanei, Pinacoteca, Roma q 1979, IV Rassegna di Pittura Contemporanea, Fiuggi; VII Premio Internazionale, Baia Domizia; I Biennale, Premio IBLA Mediterraneo, Palazzo Mercedari, Comune di Modica; Aspetti della Figurazione in Abruzzo, Teramo; Artisti Contemporanei, Circolo Duca di Genova, Milazzo; Selezione Autori Contemporanei, Bolsena; Pittori Contemporanei alla Torre di Brolo, Pittori Contemporanei, L’Oasi, Benevento q 1980, Rassegna di disegni di Artisti Contemporanei, Fidia, Roma; Pittori Contemporanei, Galleria L’Esagono, Lecce; Artisti Contemporanei, Galleria Malabranca, Orvieto; Pittori Italiani Contemporanei, Selene, Hilversum (Olanda) q 1981, 20th Century Art from Italy, Graziani Rizzoli, New York; Maestri Contemporanei, II Mosaico, Messina; Autori Contemporanei, Patrocinio E.P.T., Frosinone; Italian Contemporany Painters, Lagos, Nigeria; Pier Arte ‘81, Messina; II Biennale, IBLA Mediterraneo, Comune di Modica; Rassegna di Montorio al Vomano; lI Sud tra emigrazione e rinascita, G. Guerricchio, I. Janni, C. Levi, L. Moreli; Aspetti della Nuova Figurazione: Carlos Mensa, Armando de Stefano, Ireneo Janni, Comune di Pescocostanzo q 1982, VI Biennale d’Arte Figurativa, Città di Foggia; Chiesa di S. Silvestro, Pittori Contemporanei, Tuscania; VII Expo Arte Internazionale, Bari; Mostra di Pittura, Galleria Antares, Catania; Palazzo Comunale Tolfa, Arte Contemporanea; Comune di Civitavecchia, Circolo Calamatta; Museo d’Arte Moderna, Sessa Aurunca q 1983, Artisti Contemporanei, Lo Zodiaco, L’Aquila; Mostra d’Arte Contemporanea, L’Arno, Firenze; I Premio di Pittura, I Ciclopi, Acitrezza q 1984, VII Biennale d’Arte Figurativa, Città di Foggia; Pittori Contemporanei, La Nuova Vernice, Bari; Biblioteca Comunale, Tolfa; Mostra Itinerante, Sardegna; Il Premio di Pittura, I Ciclopi, Acitrezza q 1985, FierArte, Messina; Chiesa di S. Francesco, Comune di Civitavecchia; Arte Contemporanea 50 Opere Scelte, Pinacoteca, Roma; Artisti Contemporanei, Il Faro, Taranto q 1986, Maestri Contemporanei, Arte Spazio, Sassari; Artisti oggi, L’Esagono, Lecce; Presenze Romane, Il Faro, Taranto; Pittori Contemporanei, L’Angolo, Catania; Forum ‘86, Artisti e Galleria del Salento, Lecce q 1987, XII Expo Arte Internazionale, Bari; Artisti Contemporanei, Centro Domizia, Baia Domizia; Presenze Romane, Il Faro, Taranto; Opere d’Autore, Pinacoteca, Roma; “La poetica dell’immagine”, Sala civica, Montorio al Vomano (Teramo); Palazzo Venezia, Roma, XVII Mostra della Stampa e Informazione; Pittori contemporanei, Galleria La Vernice, Bari; Opere d’Autore, Galleria Pinacoteca, Roma; Arte Contemporanea, Centro Lo Zodiaco, L’Aquila q 1988, XIII Expo Arte Internazionale, Bari; IIII Rassegna “Una Città per l’Arte”, Assessorato alla Cultura, Comune di Capo d’Orlando; Pittori contemporanei, Galleria Arte Spazio, Sassari; Opere scelte, Centro L’Esagono, Lecce; Cinque Artisti Contemporanei, Comune di Tuscania, Biblioteca Comunale q 1989, Maestri Contemporanei, Arte Spazio, Sassari; XIV Expo Arte Internazionale, Bari; Centro Lo Zodiaco, L’Aquila; IV Rassegna “Una Città per l’Arte”, Comune di Capo d’Orlando q 1990, Arte Contemporanea, Valleri Arte, Foggia; Opere d’Autore, Centro Domitia, Baia Domizia; V Rassegna “Una Città per l’Arte”, Comune di Capo d’Orlando; Proposte d’Arte, Biblioteca Comunale, Comune di Tuscania q 1991, Palazzo Barberini, Roma; Mostra d’Arte organiz. Lion’s Castel S. Angelo; Comune di S. Benedetto del Tronto, Assessorato alla Cultura “Collettiva di pittura”; Art Gallery, Jacques Mesmin, Bruxelles, Collettiva di pittura; Pittori a confronto, Saloni Comunali, Comune di Avola; VII Rassegna “Una città per l’Arte”, Comune di Capo d’Orlando q 1992, Opere d’Autore, Centro Lo Zodiaco, L’Aquila; Pittori a confronto, Palazzetto dell’Arte, Foggia; Proposta d’Arte, Galleria Ciak, Palermo q 1993, Artisti contemporanei, Galleria Elmi, Gela; Artisti contemporanei, Arte Spazio, Sassari q 1994, Proposte d’Arte, Pinacoteca, Roma; Artisti contemporanei, Hotel President, Lecce; Sala Comunale, Castello di Bitetto, Bari q 1995, Mostra d’Arte, Villa dei Principi, Civitavecchia; Proposte d’Arte, Balletti Park Hotel, Viterbo; Mostra d’Arte, Biblioteca Comunale di Tolfa; Confronti, Sala d’Arte, S. Donà di Piave (Venezia); III Mostra d’Arte Figurativa, Le Arti, Catania q 1996, Expo Arte, Bari; Proposte d’Arte, Pinacoteca, Roma; Artisti a confronto, Hotel President, Lecce; Collettiva Università “G. d’Annunzio”, Facoltà di Architettura, Pescara q 1997, Sala Comunale, Castello di Bitetto, Bari; Profili d’Arte, Rassegna d’arte figurativa, Catania. q 1998, Arte Padova 98, Padova; Autori ontemporanei, Art Galley, Gela; Nuova Figurazione, Pinacoteca, Roma q 1999, Arte Padova 99, Padova; Pittura contemporanea, Sassari q 2000, Expo Arte, Padova q 2001, Expo Arte, Bari; “Progetto Dimensione Uno”, Tuscania q 2002, Università di Viterbo q Collettiva Autori Contemponei, Tuscania; Collettiva Pittori Contemporanei, Olbia, Alghero, S. Teresa di Gallura q 2003 Collettiva Pittori Contemporanei, Buddusò (SS) e Sassari q 2004 Collettiva Autori Contemporanei Cagliarie Nuoro q 2005 Collettiva Pittori Contemporanei, Galleria Ozieri Sassari; Museo delle Clarisse, Comune di Badesi (SS); Comune di Bono (SS) q 2006 Collettiva Pittori Contemporanei, Baia delle Mimose, Badesi (SS); 34ª Edizione Arte Contemporanea a Bitritto (BA); IV Biennale Internazionale di Grafica, Museo Michetti, Francavilla (CH); Pavellò Firal di San Carles de la Ràpita Spagna; Mostra Internazionale di Grafica, Auditorium Chiesa S. Agostino di Città S. Angelo (PE); Auditorium Chiesa S. Agostino di Atri (TE) q 2007 Collettiva a sassari, Galleria Arte Spazio; Sede Comunale di Burgos (SS); Botolonia, Nuoro q 2008 V Biennale Internazionale di Grafica, Museo Michetti, Francavilla (CH); Pavellò Firal di San Carles de la Ràpita Spagna; BIAB Pechino, Cina.

Bibliografia (tra gli altri) q Edizioni Galleria Treves, La Pittura di Janni, di Giovanni Pagani, Milano q Edizioni Calorie Burdeke, Ireneo Janni, di Pino Zanchi, Zurigo q Edizioni Galerie 7, Die Kunst Ireneo Janni, di Pino Zanchi, Baden q Edizioni Galleria Internazionale, Ireneo Janni, di Giancarlo Caldini, Firenze q Galleria-Libreria Remo Croce, La pittura di Janni, di Elio Mercuri q Edizioni Galleria Pinacoteca, La Nuova Figurazione di Ireneo Janni, di Sandra Giannattasio, Roma q Comanducci, Annuario d’Arte Contemporanea, Editore Patuzzi, Milano q Bolaffi, Catalogo Nazionale d’Arte Moderna, Torino q Ed. U.N.E.D.L, Catalogo d’Arte Contemporanea, Artisti del Lazio, Roma q Edizioni G.I.M., Il corpo come linguaggio, di Dario Micacchi, Roma q Edizione Galleria Pinacoteca, Arte, Maniera, Metafora, di Vito Apuleo, Roma q Editore Laterza, Catalogo Expo Arte Internazionale, Bari q Mondadori, Catalogo d’Arte Moderna, Milano q Edizioni Arma dei Carabinieri, Calendario storico 1988 e 1997, Roma e Agenda 2003 q Comune di Roma, Calendario V.U..

Recensioni (tra gli altri) q Gazzetta di Pescara q Il Resto del Carlino q II Messaggero q Il Tempo q Badenzeitung q Note d’Arte q Il Mezzogiorno q Eco d’Arte q La Nazione q Momento Sera q Tribuna Letteraria q La Voce Repubblicana q Abruzzo d’Oggi q Il secolo d’Italia q Le Nouveau Journal q II Giornale d’Italia q Gazzetta del Centro q Gazzetta di Latina q Gazzetta di. Caserta q Il Corriere di Sesto q L’Opinione q Oggi e Domani q L’Unità q L’Elite q Il Corriere Laziale q La Repubblica q Quadrante q Notizie dell’Economia Teramana q Studi Romani q Dialogo q La Gazzetta del Mezzogiorno q II Quadrato q Città Nostra q La Sicilia q Catania Sera q Meridiano Sud q Voce del Sud q Arte q Il Carabiniere q Quotidiano q Metropolis q Ore 12 qTele Arte q Diario q Il Sabato q Art Leader q Corriere di Gela qQuadri e Sculture q Conache d’Arte q Il Corriere di Viterbo q Mondo Arte q Arte Mondadori q Scena Illustrata q Tespri d’Abruzzo q Silvi 15 q Abruzzo Press.

Hanno scritto di lui (tra gli altri) q G. Amodio q V. Apuleo q C. Baviera q M. Bisignani q T. Bonavita q M.C. Bracciante q G. Caldini q M. Camillucci q L. Casieri q R. Civello q M. Colacciani q A. D’Elia q P. Di Paolo q C. Ferroni q S. Giannattasio q P. Lucchese q G. Mattei q E. Mercuri q D. Micacchi q B. Morini q V. Querel, D. Querel q G. Pagani q A. Rubini q L. Rucci q A. Scotti q L. Scrivo q W. Settimelli q F. Simongini q L. Spadano L. q Tallarico q F. Torrisi q A. Vecchioni q P. Zanchi q M. Prospero qF. De Santi q Farnco Costantini q Siria Di Leonardo.
La metafora della pittura (nell’opera di Ireneo Janni)
di Marialuisa De Santis *
La pittura di Ireneo Janni si inquadra nella solida tradizione della figurazione italiana la cui vitalità è declinata oggi in numerose e diversificate soluzioni artistiche, nonostante l’irruzione, nei primi anni del Novecento, dell’astrattismo e, nel secondo dopoguerra, dell’informale e del concettuale che ne prevedevano un sostanziale depauperamento quando non addirittura l’estinzione.
La nuova figurazione, benché viva e vegeta, non può ovviamente prescindere dal superamento dell’idea dell’arte come riproduzione del reale tout court e pur avvalendosi di forme riconducibili alla realtà circostante, se ne serve per veicolare la visione esistenziale e del tutto personale dell’artista in una comunicazione il cui codice è da rintracciare e studiare di volta in volta.
Salta agli occhi subito che la suggestiva pittura di Ireneo Janni si giova di una raffinata tecnica e opera nella figurazione con un’attenzione particolare alla struttura prospettica, rigorosissima e curata e preparata come fosse una sorta di palcoscenico ideale destinato allo svolgimento dell’azione di personaggi per lo più femminili tracciati con bruniti colori e con una gestualità quasi simbolica.
Sicuramente non estranea a questa rigorosa costruzione dello spazio è la formazione dell’artista architetto e, come tale, alla ricerca di una bellezza “proporzionata” rapportata alle parti della figura umana in genere identificata con quella femminile.
L’architettura rappresenta una parte importante sulla tela di Janni; è l’elemento razionale che accoglie l’elemento vitale della femminilità. Interviene e definisce la relazione mentale e persino affettiva dell’artista con lo spazio. A volte l’architettura affiora come prepotente e ribadito legame con la tradizione, semplice capitello, fuga di variegate colonne o addirittura tempietto o linee di un soffitto; a volte, invece, si assottiglia in ipotetiche mura leggere, in pareti quasi sospese o in archi semplici, solitari e metafisici a ricordarci con Benjamin che l’architettura non ha conosciuto e non conosce pause e in un mondo di incertezze assurge al ruolo di mandala quasi simbolo di interezza che contiene in sé tutti gli opposti. La prospettiva è esibizione di tecnica sapiente, adoperata per concorrere ad un clima “straniante” in cui la pittura realistica, proprio nell’accumulo di particolari, apre inspiegabilmente ed improvvisamente al “visionario”.
Al nitore delle linee prospettiche si contrappone il calore barocco delle colorazioni. La figura femminile si dà nella sua pienezza carnale e nell’abbandono delle pose, col volto spesso coperto, o girato o rimandato improbabilmente da uno specchio. Questo allude alle istanze nascoste nel subconscio e nello stesso tempo è disvelamento o anelito al disvelamento di ciò che può essere riportato alla luce; quando addirittura la donna non si mostri del tutto senza testa, statua vivente e mutilata dall’impossibilità di riconoscersi nei vuoti stereotipi contemporanei.
Franco Simongini ha avuto modo di scrivere di Janni che nella sua “pittura c’è tutta una suggestione teatrale, barocca, sontuosa, l’ossessione cioè del personaggio, sia esso una donna nuda o una compagnia di figure in mostra o mascherate, che sembrano narrarci le loro storie…”. L’ossessione barocca è proprio in questa costrizione come subita che privilegia l’aspetto esteriore rispetto ai contenuti interiori, nella separazione tra l’essere e l’apparire e nella constatazione che quasi mai ciò che si vede è ciò che è, come avviene nella contraddittoria condizione esistenziale contemporanea. Il gioco barocco dell’esagerazione e dell’ambiguità è anche nel sopra ricordato simbolo dello specchio, allegoria sì di vanità e superbia, ma anche della conoscenza interiore. È pure diaframma tra il mondo del raziocinio e della realtà sensibile che la pittura non può più rappresentare pedissequamente, limitandosi a darne un pallido riflesso. Lo specchio è dal Rinascimento, proprio in ossequio all’acquisita convenzione prospettica, il simbolo stesso della Pittura. E alla grande tradizione pittorica italiana Janni si rifà nell’uso esclusivo e dichiarato dei colori ad olio, certo più complessi nell’uso rispetto ai moderni colori acrilici. Ma essi, oltre al dichiarato motivo “ideologico” di fedeltà alla antica tradizione pittorica italiana, rispondono sicuramente meglio alla sua esigenza di una pittura “calda” cromaticamente e “grassa” nello spessore, lontana dalla lucentezza resistente all’azione del tempo propria degli acrilici. La sua è una pittura che sfida l’azione di imbrunimento temporale e incanta come le velature del tramonto , metafore del mistero e dei fini dell’esistenza di cui le sue mirabili creature sembrano sempre più ignare.
Così le città “citate” da Ireneo Janni, Roma e Venezia ci seducono con la sensualità e la lievità del presente ma insieme annunciano le crepe del tempo e l’ossessione di una vita a cui troppo spesso non diamo un senso se non quello di un fatuo teatro.
* Critica d’Arte e Conservatrice del Museo d’Arte dello Splendore
Nel corpo delle sculture di Ireneo Janni
di Michele Prospero*

Ireneo Janni risolve a suo modo un contrasto davvero antico ed estenuante, quello che concerne il rapporto tra la pittura e la scultura. Anche nella sua ultima opera [Il monumento alla solidarietà di Silvi Marina], affiora con notevole trasparenza come labile sia ogni confine innalzato tra i codici espressivi e impossibile sia in fondo creare artificiosamente uno spartiacque troppo rigido tra i variegati linguaggi artistici.
Per Janni la scultura non esiste senza disegno. Essa è, infatti, un’immagine, certo senza i colori così abilmente dosati della sua pittura, che si distende lungo uno spessore spaziale consistente. La sua scultura è preceduta, dal punto di vista temporale ma anche logico, da un quadro. Il problema sarà allora quello di conferire una densità esteriore alla figura, di progettare la sistemazione in uno spazio a delle immagini, di condensare in dei corpi elementi di spiritualità.
Artista molto versatile e anche inquieto, ma nient’affatto estraneo al rigore della ragione critica, Janni non si sottrae dinanzi all’esplicita funzione monumentale, pubblica dell’opera. Ciò comporta che gli elementi pittorici, cui col tempo si è sempre più affezionato (eros, da ultimo), debbano convivere con la costruzione di simboli, di significati pubblici. Il suo sforzo risiede nel veicolare idee in corpi sensibili. Il tutto avendo ben presente che una scultura, diversamente da un quadro, non è indifferente al luogo dove è prevista la sua dimora: la sua forma va concepita in rapporto ad uno spazio determinato.
Un artista, come Janni, che evoca così spesso il classico ma s’immerge con curiosità nei richiami del primitivo, deve misurarsi con la piazza e quindi con l’incipiente richiesta di senso, con ciò che di retorico implica lavorare per fissare un qualche significato pubblico. Questa richiesta di un esplicito messaggio sociale per un’opera destinata alla piazza espone ogni scultura al rischio di accentuare il campo del significato nell’impossibile accostamento alla potenza espressiva del linguaggio verbale. Parlare con un corpo, evocare senso con delle immagini materiali e spaziali: questa è, per esempio, la vocazione della scultura di Silvi Marina.
Consapevole dell’insidia retorica contenuta in ogni scultura monumentale, Janni se n’affranca coltivando con maniacale pazienza le forme, le tecniche semantiche specifiche della sua arte. Ma non si arrende alle tante anti-grammatiche che proclamano in forme ormai retoriche l’impossibilità di esprimere, la vacuità della ricerca di sirnulacri di senso e suggeriscono la necessità di ricadere nelle sabbie dell’informale, dell’irreversibile esplosione dei significati.
L’abilità di Janni sta dunque nel raccogliere la sfida della destinazione monumentale-retorica dell’opera cercando di affinare le forme, la spazializzazione delle immagini, le modalità rappresentative, le linee, le espressioni. La forzatura di senso, che il quadro subisce quando diventa scultura, viene da Janni raffreddata da una spiccata attitudine alla costruzione di forme, immagini, figure che esprimono corpi capaci di comunicare sentimenti, e perché no, idee sensibili.
Non c’è bisogno di scivolare nei luoghi e nei codici del sacro per esprimere un’istanza critica che emerge anzitutto nella stratificazione semantica della corporeità. Il corpo per Janni possiede un’autonoma propensione all’apertura, alla passione, all’approssimazione a qualcosa d’universale. L’idea della solidarietà viene fissata nella raffigurazione di corpi che suggeriscono azione e vitalità, evocano movimento e reciproco riconoscimento, e così trascendono l’immobilità della scultura.
È evidente che l’angelo in Janni non ha valenza religiosa. Possiede anch’esso un inconfondibile tratto mondano, corporeo, sensibile. Proprio il corpo diventa il veicolo della comunicazione tra soggetti. Ed è solo attraverso la corporeità che l’incisione prospetta un’apertura temporale. Non c’è una spiritualità diversa da quella prodotta dal corpo e dalla sua concreta esistenza reale accanto ad altri corpi. Il corpo non si disperde nella sua collocazione spaziale ma produce forma, diviene valore.
Ciò che più lega la pittura di Janni, così intrisa di segni pulsionali, di dense vibrazioni nevrotiche, appena addolcite dalla magia dei colori, e la sua scultura, così affollata di strutture spaziali che aprono scorci di tempo, momenti di storia, è nient’altro che il corpo. Il corpo è l’esistenza reale che cerca interlocutori, spazi di comunicazione. L’opera di Janni rappresenta la presenza dell’altro attraverso intrecci di sguardi, di figure, di volti, di braccia, di gambe. È una fisicità impregnata di valori quella che irrompe dalle sue raffigurazioni. Il corpo non è degrado, perdita di forma, ma riscoperta di significati, costruzione di legami attraverso figure morbide, penetranti.
Nella sua lucida scrittura metallica, Janni affida all’ingombranza del corpo la possibilità di raggiungere forma, di ricomporre soggettività nel tempo della disserzione, della decomposizione dell’io. Oltre ogni semplicistica polarità tra corporeo e spirituale, la ricchezza espressiva del corpo serve per definire luoghi comuni. Janni suggerisce con perizia che nella condizione postmodema i possibili incontri possono essere creati solo a partire dal riconoscimento delle differenze e dalla solenne gravità di individualità vive, energiche, libere.
Non vale l’alibi dell’io diviso, del soggetto assente, dell’esaurimento delle metanarrazioni per proclamare l’opacità irreversibile del tempo, la precipitazione in una condizione post-umana. E nemmeno risulta obbligante il carico delle consuete ratifiche della dissoluzione della struttura pittorica per salutare l’incursione inevitabile nella condizione della post-arte.
Il corpo è un codice a suo modo eversivo che s’insinua nella postmoderna estetica del caos e mostra la persistenza della concretezza sensibile anche nell’età del virtuale, rivela la consistenza dello spazio pure nell’universo del non luogo, dispiega l’essenzialità dell’altro persino nella dimora del narcisismo.
Con simboli espressi in forme scultoree, Janni s’interroga nelle sue raffigurazioni sui grandi temi della comunità, del soggetto, del tempo. Con il linguaggio delle forme visive, egli ricerca un senso oltre la contingenza di un presente fortemente inospitale e lacerato.
* Docente Università “La sapienza” di Roma, editorialista.

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